Il 1° capitolo è suddiviso in sei macrosequenze:
1. Da 1 a 103 - in questa sequenza troviamo un’ampia parte descrittiva dove vengono in modo quasi tangibile descritti i luoghi della vicenda. E’ individuato il tempo della storia (XXVII secolo epoca della dominazione spagnola). Ha inizio la narrazione della vicenda. E’ individuato il tempo della narrazione (7 novembre 1628). Con narrazione descrittiva e romanzesca l’Autore descrive la passeggiata di Don Abbondio fino all’incontro con i bravi.
2. Da 104 a 204: con un ritmo lento e minuzioso vengono elencati i provvedimenti (grida) che i vari Signori hanno adottato contro i bravi in un arco temporale che va dal 1583 al 1632 a testimoniare che all’epoca dei fatti questa specie era ancora florida.
3. Da 204 a 280: è raccontato l’incontro di Don Abbondio con i bravi. Con una narrazione più veloce, caratterizzata da descrizioni e dialoghi che mettono in evidenza gli aspetti contrapposti dei personaggi: da una parte l’arroganza e l’impudenza dei bravi e dall’altra il terrore, la complicità, i gesti meccanici di Don Abbondio.
4. Da 280 a 372: in questa sequenza il Manzoni si dilunga nuovamente nel tempo della storia per introdurre il significato psicologico del comportamento del povero curato. Sono ricordate le tante leggi e leggine invano emanate per dissuadere dalle prepotenze e viene descritta una società divisa in classi che hanno dato vita a corporazioni per rendere più forti i loro appartenenti.
5. Da 373 a 430: in questa sequenza viene descritto il personaggio di Don Abbondio con tutte le sue caratteristiche inserito in un contesto storico in cui bisognava trovare il modo di difendersi dalle prepotenze.
Don Abbondio imbocca la strada verso casa terrorizzato per l’incontro.
6. Da 431 a 565: in questa sequenza troviamo il dialogo tra Don Abbondio e la serva Perpetua. Il ritmo del racconto è veloce per i battibecchi fra i due. Don Abbondio dopo tante esitazioni “vuota il sacco” e Perpetua dà consigli che non vengono accolti dal curato che si rifugia nella sua stanza stremato e pentito per la rivelazione.
Ritmo narrativo:
- lento nella parte descrittiva dei luoghi, nella elencazione delle leggi e più veloce nei dialoghi tra Don Abbondio e i bravi e tra Don Abbondio e Perpetua.
Personaggi
Don Abbondio: protagonista del 1° capitolo, curato del paese che dovrebbe unire in matrimonio Renzo e Lucia. Pauroso, definito simbolicamente vaso di terra cotta in mezzo a tanti vasi di ferro. Cerca di evitare i contrasti, di essere neutrale e se proprio deve di mettersi dalla parte del più forte. Religioso non per vocazione ma per rientrare in una classe protetta. Pauroso fin dalla giovinezza, molto rispettoso dei potenti. Personaggio che presenta tratti di comicità soprattutto nel dialogo con Perpetua. Estremamente egoista, quando vede i bravi è stizzito perché si accorge che sono lì per lui.
Bravi: prepotenti dall’aspetto caratteristico, intorno al capo potano una reticella verde, che cadeva sull'omero sinistro, dalla quale esce sulla fronte un enorme ciuffo, hanno lunghi baffi arricciati in punta, armi ben visibili. A prima vista si davano a conoscere per individui della specie de' bravi. Arroganti, utilizzano un linguaggio minaccioso ed irriverente. Intimidiscono il povero curato sia con le parole sia con i gesti facendogli capire che ne va della vita.
Perpetua: è la serva fedele di Don Abbondio a lui molto affezionata, che vuole proteggerlo, ma desiderosa di sapere. Pettegola, ma di animo buono e spontaneo. Dà al padrone il saggio consiglio di rivolgersi all’arcivescovo che è un sant'uomo, un uomo di polso, che non ha paura di nessuno.