PREFAZIONE DI ALDO ROSSI
Nel dibattito tra la divisione tra arte e mestiere, Adolf Loos, Heinrich Tessenow e Mies van der Rohe si pongono in una posizione che sottolinea la divisione tra questi due elementi. Cesura che non è positiva, ma deriva da una disgregazione degli elementi che costituiscono il mestiere. Per Tessenow , se il nuovo è falso, bisogna lavorare sul conosciuto. In questa prospettiva lui segue il disegno della casa artigianale tedesca, fino a ricomporre l’artigianato e il mito. L’architettura si dissolve nella piccola casa e nel particolare, quasi in un manuale fatto dal perfetto capomastro, e in questo modo recupera una casa senza tempo.
Per Mies van der Rohe, l’artigianato o tecnica fanno parte di una verità assoluta. L’architettura è un aspetto della civiltà e della sua evoluzione e ne è la forma. Così si ricompongono nello stesso disegno la sedia e il grattacielo dove il modo classico è reso possibile dall’intelligenza della tecnica.
Per Adolf Loos la dicotomia tra arte e artigianato è incolmabile. Lui stessi la vive in prima persona nella sua opera. In questo senso l’architettura diventa un mestiere che procura i mezzi di sostentamento; non ha nessun valore idealistico. La funzione dell’architetto è quella di consigliare e suggerire coloro che richiedono il suo aiuto. Tutto qui.
“L’architetto è un muratore che ha studiato il latino”.
Il fascino per il mondo antico è legato alla tecnica costruttiva dei Romani e dei Greci. Le enormi proporzioni, la monumentalità e le regole costruttive trovano oggi dei seguaci nell’America e negli ingegneri.
Nel concorso per il Chicago Tribune egli invece cercherà di riproporre nella colonna dorica non tanto la civiltà greca, quanto il suo mito.
La funzione non è astratta ed inscindibile dall’uomo; la forma, sia letteraria o architettonica o figurativa, può solo commentare. La possibilità dell’uomo prescinde dalle grandi gesta e risiede nel quotidiano, nell’atteggiamento onesto. “ Condizione semplicemente umana”.
“E mentre il muratore connette mattone a mattone, pietra su pietra, il falegname ha preso il suo posto accanto a lui. Allegri risuonano i colpi d’ascia. Egli costruisce il tetto. Che specie di tetto? Un tetto bello o brutto? Non lo sa. Il tetto”.
L’architetto usa gli strumenti di cui dispone solo con la logica e il sentimento.
L’ornamento è delitto non per un astratto moralismo, ma la dove si presenta come una forma di idiozia, di degenerazione, di inutile ripetizione. Al contrario la forma, che non è più geometria o semplice funzione, come nel caso paradigmatico della colonna dorica, viene usata come elemento della composizione .